27 gennaio

perNonDimenticareOggi è il 27 gennaio, domenica. Una giornata di sole, una come tante altre di questo inverno insolito con un tiepido sole che ci invita ad uscire a passeggiare in riva al mare, con la nostra famiglia, i bambini che corrono sui monopattini o dietro ad un pallone. Gli amici, sorrisi, strette di mano, un aperitivo in uno dei bar del lungomare, una giornata di meritata spensieratezza dopo una settimana di lavoro, di impegni, di fatiche. Oggi però è un giorno speciale, un giorno al quale dobbiamo sottrarre non molto, ma almeno cinque minuti, per riflettere su quello che rappresenta questa giornata. Senza grandi parole, senza la ricerca di inevitabili paralleli con i fatti del tempo presente, oggi si ricorda l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz; il 27 gennaio 1945 la coscienza dell’umanità si è presa in carico il più terribile orrore che mai si potesse perpretare sull’umanità stessa. Da quel cancello simile alle porte dell’inferno milioni di anime sono potute volare in cielo liberate dalla più terribile malattia mentale collettiva mai conosciuta, il nazismo. L’umanità intera si era macchiata di un peccato del quale non è possibile immaginare un’assoluzione. Tutti gli uomini portano sulla coscienza il peso di quelle anime umiliate e martoriate come un peccato originale anche se non tutti ovviamente hanno contribuito al fatto che ciò avvenisse. Allora in questo giorno della memoria, perché il mio animo trovi una via d’uscita da questo orrore, voglio ricordare tutti quelli che si sono prodigati, mettendo a rischio la propria vita, per salvare quanti più ebrei possibile. E proprio nella nostra città alcuni, potendo via mare o via terra, hanno contribuito alla fuga di intere famiglie in Francia, dove poterono trovare rifugio. Nella scelta delle alleanze politiche durante il conflitto i cugini d’oltre frontiera non avevano assecondato la follia espansionistica, razziale e criminale del nazismo e molte, molte vite umane vennero salvate. Sto raccogliendo alcune testimonianze che presto vi presenteremo nei dettagli, magari romanzati dal ricordo ormai lontano nel tempo, alcuni avvenimenti che hanno portato alla salvezza molte vite umane proprio nella nostra città. E vi ricordate la Lancia Artena di cui abbiamo raccontato la settimana scorsa? Ebbene, anche lei ha dato il suo contributo nella ricerca di un riscatto degli efferati omicidi a cui era stata costretta ad assistere grazie al gerarca nazista che per un tempo la ha, ingiustamente, avuta. Oggi ci limitiamo a rubare alla giornata di sole questi cinque minuti che valgono una preghiera, un pensiero, un ricordo per tutti quei morti e le barbarie che hanno straziato le loro vite. Una preghiera.

Lascia un commento