Il Lupo Esiste!!!

p1080054Il lupo esiste, è una realtà dei nostri territori con la quale è semplicissimo convivere, a dispetto di tutte le credenze popolari. Questo è stato l’incipit dell’incontro avvenuto al Rifugio Allavena di Colle Melosa tenutosi sabato 31 marzo ed domenica 1° aprile.

La dottoressa Paola Gavagnin ha presenziato le due ore di studio stimolando un grande interesse in tutti i partecipanti che in pochi minuti hanno contribuito a rendere la serata molto piacevole.

Hanno partecipato, oltre ad un folto gruppo di amanti della montagna, il sindaco di Pigna ed altri studiosi del territorio.

Paola Gavagnin è biologa particolarmente interessata alla fauna carnivora ed in particolare al lupo. Ha lavorato per la provincia di Imperia in ricerche storiche  ed etnografiche ed a suo dire, la passione per il lupo risale già al tempo dell’università.

E di questo carnivoro, di cui le nostre valli contano non pochi esemplari, ci ha illustrato le caratteristiche fisiche e le abitudini. Ma il punto sul quale ha insistito nella prima parte dell’intervento si è centrato sull’immagine reale ed immaginaria che si è da sempre avuta su di lui.

Mentre nell’antichità il lupo è stato spesso simbolo di forza, o di accudimento, si pensi alla Lupa di Romolo e Remo, dopo il medio evo è stato perseguitato cercandone addirittura lo sterminio. E ci si è arrivati molto vicino. Al momento la popolazione dei lupi ammonta a circa 500 individui. E’ un animale assolutamente protetto con una buona convivenza con chi frequenta le montagne accompagnando greggi e mandrie. Si nutre di caprioli e cinghiali, ed in questo aiuta la selezione naturale. E’ un animale socievole e monogamo. Vive in branco e la coppia che ha generato il gruppo, detta coppia alfa, è l’unica in grado di riprodursi. Gli individui del branco, una volta adulti, si possono disperdere in cerca di nuovi territori, di un compagno con cui creare un nuovo gruppo, e diventare dominanti. Alcuni scelgono di vivere da soli come lupi solitari appunto, ma non è una soluzione vantaggiosa.

Il ritorno dei lupi in Italia è legato alle prede che sono decisamente aumentate negli ultimi anni. Prede che lui caccia in gruppo ed in corsa. Non è ovviamente facile incrociarlo, come tutti gli animali selvatici sta lontano dall’uomo, ma è facile trovare traccia del suo passaggio riconoscendo le feci od la sua inconfondibile impronta. Ed è su questo particolare che si è concentrata la nostra ricerca il giorno seguente.

La sera di sabato, dopo questa esauriente lezione, abbiamo gustato la cucina del Rifugio accompagnata da un buon vino delle vallate sottostanti. Poi ci siamo incamminati al buio, nel bosco, alla ricerca di una radura che fosse aperta sulla valle, dove effettuare alcuni richiami, i ben noti “ululati”, nell’attesa di una risposta che purtroppo non è arrivata. Ma, con l’aiuto della Patrizia Gavagnin, abbiamo ascoltato diversi abitanti del bosco, rapaci in attesa di una preda.

La mattina seguente ci siamo poi incamminati per il sentiero che dal rifugio sale per giungere, dopo qualche ora di cammino la Cima di Marta. E lungo il sentiero abbiamo trovato molte tracce del passaggio del carnivoro tanto desiderato, a dimostrazione della sua riservata presenza. Poi la natura ci ha incantato con le meraviglie di quelle montagne, del Toraggio, la Valle delle Meraviglie in lontananza e gli intriganti fortini con i loro interminabili cunicoli. In vetta abbiamo pranzato al sacco scambiandoci prelibatezze, come ben si usa nelle gite in montagna.

Sicuramente abbiamo percorso uno degli itinerari più belli di quella zona e ritornati al Rifugio Allavena, dove ci aspettavano toast e bevande calde, ci siamo resi conto che la ben nota “fame da lupi” è un sentimento profondamente umano. E che da oggi il lupo anche per noi sarà meno misterioso ed un po’ più simpatico.

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